CARTA DOCENTE: MIGLIAIA DI PRECARI RECLAMANO IL DIRITTO AL BONUS

CARTA DOCENTE

I Tribunali di tutta Italia sommersi dai ricorsi per il riconoscimento della Carta Docente

500 euro anche per i docenti a tempo determinato: questa è la richiesta formulata al Ministero dell’Istruzione del Merito. Sulla questione si espressa anche la Corte Europea con un’ordinanza emessa nella causa C-450/21 il 18 maggio 2023, ha dichiarato incompatibile con l’ordinamento dell’Unione Europea una norma che nega ai docenti precari il diritto di usufruire dei 500 euro della “Carta del Docente” per l’aggiornamento e la formazione professionale in servizio. Tale pronuncia è stata emessa in risposta a un ricorso presentato da una docente precaria al giudice monocratico, che denunciava un trattamento discriminatorio nonostante la situazione giuridica dei docenti precari fosse paragonabile a quella dei docenti di ruolo, ai quali era stato impedito l’accesso alla “Carta del Docente” secondo l’articolo 1 comma 121 della Legge 107/2015.

I PRECEDENTI SU TALE QUESTIONE

La Sezione Lavoro della Corte di Cassazione pronunciandosi sul tema se agli insegnanti non di ruolo spettasse la carta del docente ha affermato con la sentenza 29961, del 27 ottobre 2023 dei principi di diritto che possono essere così sintetizzati: Il beneficio economico spetta ai docenti non di ruolo che ricevano incarichi annuali fino al 31 agosto o incarichi di supplenza fino al termine delle attività di didattiche o fino al 30 giugno. La prescrizione è quinquennale, pertanto chi volesse vedersi riconosciuto il bonus, può farlo per le ultime cinque annualità in cui ha prestato servizio presso la scuola pubblica. Sostenere la formazione continua di tutti gli insegnanti, dunque, e non solo di quelli di ruolo, dovrebbe essere una prerogativa del Ministero dell’Istruzione del Merito il quale avrebbe dovuto rimuovere autonomamente questa barriera all’accesso al vantaggio economico.

LE ULTIME NOVITÀ SUL RICORSO

I primi segnali di un cambiamento sono sopraggiunti con il decreto legge del giugno 2023 convertito in legge n.103 nell’agosto dello stesso anno, la cd. procedura salva infrazioni, il quale ha esteso per l’anno scolastico 2023-2024 il bonus di 500 euro anche ai docenti con contratti fino al 31 agosto. Questi ultimi, infatti, nel periodo di dicembre si sono visti accreditare le somme spettanti sul proprio borsellino elettronico. Una misura che ha interessato, secondo i sindacati, 67.497 docenti. Una punta dell’iceberg in realtà se consideriamo che ci sono attualmente altrettante migliaia di insegnanti che devono recuperare il beneficio economico. Quest’ultimi sono sia docenti tuttora precari o docenti di ruolo che vogliono vedersi riconosciuto il bonus per il servizio pre-ruolo a partire dall’anno scolastico 2019 2020.

COME FARE RICHIESTA PER RICEVERE IL BONUS

Per questa categoria si aprono le porte del ricorso presso il Giudice del Lavoro, per il quale è necessario ricevere assistenza legale. Giustizia Scuola, Studio Legale specializzato in ricorsi scolastici, offre il proprio supporto a sostegno di coloro che vogliano partecipare al ricorso carta docente volto a recuperare le somme spettanti e non riconosciute. Il team di avvocati assisterà gratuitamente il personale docente intenzionato ad ottenere dai 500 ai 2.500 euro in base alle annualità di servizio svolte con supplenze fino al 30 giugno o fino al termine delle attività didattiche. Unico costo da sostenere per la partecipazione alla vertenza consiste nel contributo unificato. Una tassa prevista dal Ministero della Giustizia e che va dai 21 euro e 50 ad un massimo di 49 euro in base alle annualità da recuperare. È tuttavia possibile richiedere l’esenzione dal pagamento del suddetto contributo qualora il reddito familiare per l’anno fiscale di riferimento sia stato inferiore ad € 38.514,03. Basterà in questo caso compilare un modulo di autocertificazione fornito dai legali di Giustizia Scuola per ricevere l’esenzione.

CONCLUSIONE

Considerando il consistente numero, tuttora in continua crescita, di sentenze positive emesse da tutti i Tribunali del territorio italiano in funzione di Giudice del Lavoro, non sussistono rischi per i ricorrenti nel presentare reclamo per il riconoscimento della carta elettronica del docente.