I segreti del contratto di Franchising: guida agli aspetti legali

I segreti del contratto di Franchising: guida agli aspetti legali

L’importanza degli aspetti legali legati al franchising. Il contratto come strumento di chiarezza e tutela per franchisor e franchisee. Il parere del consulente in franchising, Davide D’Andrea Ricchi, CEO e founder di www.sviluppofranchising.it

Se si pensa che il concetto di franchising poggia su un rapporto tra diversi soggetti giuridici, reciprocamente vincolati e tutelati da una serie di regole, è evidente che il contratto rappresenta senza dubbio il documento cardine di tale forma di collaborazione.

Un contratto di per sé non sarà mai perfetto, anche quello realizzato con la maggiore accuratezza, potrebbe portare a contenziosi scaturiti da errori o cattive interpretazioni. È chiaro che solitamente tali contenziosi riguardano aspetti di natura economica. Giustamente il franchisee dovrà sostenere delle spese necessarie ad accedere al know-how del franchisor. Queste spese sono giustificate dal fatto che il franchisee, entrando in una rete già presente sul mercato, riduce il suo rischio di impresa. Sul piano di tali richieste è importante che il contratto sia chiaro.

In un contratto di franchising, inoltre, bisogna trovare un equilibrio tra due parti con diverso potere.

Il contratto deve poi regolamentare tutto il rapporto tra franchisor e franchisee, fin dall’inizio del rapporto. Dovrà prevedere inoltre clausole di non concorrenza al termine della durata pattuita, per un certo periodo di tempo.

Uno degli elementi sicuramente centrali del rapporto di franchising è la concessione di utilizzo di un determinato marchio, che ha un vero e proprio valore di mercato, tanto più il franchisor è affermato. I requisiti citati nella legge sul franchising (legge n.129 del 6 maggio 2004, norme per la disciplina dell’affiliazione commerciale) sono testualmente avere un marchio registrato da concedere in franchising e un know-how che comprenda conoscenze indispensabili all’affiliato per l’uso, per la vendita, la rivendita, la gestione o l’organizzazione dei beni o servizi contrattuali.

Tali conoscenze sono frutto dell’esistenza pregressa del modello di business (il know-how).

Chi  sceglie il franchising come strategia di sviluppo del proprio brand deve avere necessariamente un marchio registrato. Registrare il marchio consente di darlo in licenza agli affiliati e tutelarlo legalmente. Un marchio dovrà essere depositato presso la Camera di commercio, mentre la registrazione potrà avvenire sia a livello nazionale sia a livello europeo o mondiale. La registrazione del marchio infine dovrà essere sottoposta figurativo, ovvero registrando design, grafica e colori, oppure a livello dei suoi elementi verbali, sempre ché non siano in conflitto con altri brand già registrati.

Avere un know-how significa, invece, avere un’attività già operante da replicare in termini di format.

Secondo la legge che disciplina il contratto di franchising (legge n.129 del 6 maggio 2004, norme per la disciplina dell’affiliazione commerciale) il franchisor ha l’obbligo di mostrare al potenziale affiliato, oltre al business plan e ai contratti, anche lo stato di salute dell’azienda, attraverso visure, bilanci e registrazione del marchio.

Il rischio di fornire informazioni parziali agli affiliati è di finire in tribunale. La giurisprudenza infatti accorda diverse tutele all’affiliato, che può, in casi come quelli descritti poc’anzi, chiedere e ottenere l’annullamento del contratto e il risarcimento dei danni.

Le liberatorie possono in generale snellire le trattative, sebbene non vadano usate in malafede. In genere, l’obiettivo delle liberatorie è proprio quello di far passare in modo più immediato e semplice informazioni all’affiliato, senza costringerlo a districarsi tra clausole e articoli.

Da ultimo, è fondamentale disporre di strumenti  di controllo sul contratto di affiliazione, questo vale per entrambe le parti. In genere è fondamentale che degli aspetti contrattuali si occupino legali esperti, in grado di riconoscere le insidie dietro contratti apparentemente perfetti.

Un tema delicato è sicuramente, infine, quello delle penali. Tale strumento sicuramente concretizza il concetto di controllo sul comportamento della controparte. È importante che le penali siano studiate correttamente al fine di diventare un effettivo strumento di dissuasione da comportamenti scorretti e non un qualcosa destinato a penalizzare una o l’altra parte.