
Cannabis: legale e illegale, tipologie e coltivazione
La cannabis legale, talvolta nota come marijuana light o cannabis light, ha visto un enorme aumento della domanda e del consumo negli ultimi anni. Diversi studi scientifici hanno dimostrato i suoi vantaggi positivi e, di conseguenza, è emersa un’industria legittima della marijuana legale. In Europa e in Italia sono sorti numerosi negozi di marijuana, tutti perfettamente legali, che hanno aperto gli occhi del pubblico su un mondo immensamente diversificato ed eccitante.
Esistono diversi tipi di infiorescenze legali e nelle sezioni seguenti ne discuteremo alcune tra le più importanti. Ma prima, come si può valutare se un’infiorescenza è legale o meno?
Marijuana light e restrizioni legali
La marijuana legale è caratterizzata da una varietà di cannabis con una concentrazione di THC talmente bassa da annullarne gli effetti psicoattivi. Le percentuali di riferimento di THC che rendono legale una pianta di marijuana in Italia sono comprese tra lo 0,2 e lo 0,5%.
L’assunzione di marijuana leggera non comporta rischi per la salute con questo contenuto di THC e diversi studi recenti dimostrano che il consumo legale di marijuana può avere diversi effetti benefici grazie all’elevata concentrazione di CBD. Se volete saperne di più sul CBD e sui suoi benefici, basta cliccare sul link del termine “CBD” per aprire un articolo sull’argomento!
Vorremmo sottolineare che i termini “marijuana light” e “cannabis light” differiscono leggermente. L’espressione “cannabis light” si riferisce in realtà alla pianta da cui viene creato il prodotto finale, la marijuana light. A causa di questa piccola differenza, i due nomi sono spesso usati in modo intercambiabile. Non faremo distinzioni e li utilizzeremo in modo intercambiabile in tutto l’articolo.
Produzione e storia
Se siete curiosi come chi scrive, avrete senza dubbio mille domande che vi frullano per la testa: come vengono selezionate le piante adatte alla coltivazione legale della marijuana? Come vengono sviluppate? Come arrivano le piante di cannabis light al prodotto finito? Posso fare affidamento sui vari negozi di marijuana light? La vostra curiosità sarà sicuramente accesa.
Tuttavia, prima di rispondere a tutte le vostre domande, è necessario fornire un po’ di contesto.
Scoperta e categorizzazione
Charles Linnaeus classificò la pianta di marijuana intorno al 1750. Ritenne che esistesse una sola specie e le diede il nome di “cannabis sativa”. All’epoca, le piante di canapa venivano piantate in tutta Europa per diversi motivi (produzione di carta, tessuti e altro). Linneo era un botanico svedese che completò questa tassonomia utilizzando esclusivamente specie europee.
Nel 1785, il biologo francese Jean-Baptiste Lamarck pubblicò la descrizione di una nuova specie di cannabis, diversa da quelle scoperte in precedenza. A questa pianta Lamarck diede il nome di “cannabis indica”. Lamarck osservò subito alcune caratteristiche di questa nuova specie: era povera di fibre ma aveva un elevato impatto inebriante. Questa descrizione si basava su esemplari raccolti dallo scienziato in India.
Infine, intorno al 1900, lo scienziato russo Janichevsky scoprì una terza varietà di canapa peculiare della Russia, che oggi chiamiamo “cannabis ruderalis”.
Molte discussioni continuano a infuriare sulla corretta classificazione delle varietà indica, sativa e ruderalis. Gli scienziati ritengono che le distinzioni tra le varietà di cannabis siano abbastanza significative da giustificare la classificazione in tre specie distinte.
Differenze tra le varie specie
Sativa e indica sono le varianti più comuni e importanti per questo argomento. La distinzione fisica più evidente tra le due specie. Possono essere facilmente differenziate ricordando le seguenti caratteristiche:
Sativa: pianta alta e allungata con foglie strette.
Indica: pianta più corta, di forma conica e con foglie larghe.
Le evidenti distinzioni tra le varietà indica e sativa possono essere ricondotte alle loro origini geografiche. In realtà, la cannabis sativa è originaria delle regioni calde e tropicali (Thailandia, Colombia e Messico), mentre la cannabis indica è originaria delle regioni fredde e montuose (Nepal, India).
Entrambe le forme di cannabis sono utilizzate per creare la cannabis light, anche conosciuta come erba legale. Le infiorescenze vengono scelte in base al loro chemiotipo e vengono utilizzate solo quelle con un alto contenuto di CBD e un basso contenuto di THC. Queste caratteristiche sono adatte a generare marijuana light di alta qualità, pur rispettando gli attuali vincoli di legge.
Va notato che la distinzione tra specie Indica e Sativa era molto più chiara fino a poco tempo fa. Tuttavia, da qualche tempo, l’esigenza di selezionare cannabis specificamente legale e a basso contenuto di THC ha portato a una costante ibridazione tra tipi diversi.
In Italia è possibile acquistare erba legale
La coltivazione e la commercializzazione della cannabis sono del tutto lecite, purché rispettino gli standard legislativi.
La norma chiave del settore, la legge n. 242 del 2016, riconosce come lecita la marijuana con una concentrazione di THC inferiore allo 0,5%. Solo in questo caso si parla di cannabis legale o cannabis mild, e non ci sono limiti di percentuale di CBD.
Sul mercato, va notato che i rivenditori di CBD devono essere in grado di dimostrare che le infiorescenze provengono da una produzione legale.
E per quanto riguarda l’uso privato?
Il possesso di cannabis leggera, definita come inferiore allo 0,5% di THC, non è punibile perché si tratta di un bene legale. Ciò significa che per evitare una sanzione amministrativa è necessario procurarsi cannabis light tracciabile e con una concentrazione di THC entro i limiti di legge da negozi fisici o siti web autorizzati alla rivendita di erba legale.
Chi è interessato a coltivare deve sempre tenere presente il limite di THC, che in ambito agricolo non deve superare lo 0,6%. È inoltre fondamentale che il tipo di canapa scelto rientri nell’elenco fornito dall’articolo 17 della Direttiva CE n. 53 del 2002.