Quali sono gli apparecchi elettromedicali più usati

Quali sono gli apparecchi elettromedicali più usati

In fisioterapia vengono utilizzate delle apparecchiature che sfruttano la corrente elettrica per contrastare e trattare infiammazioni e dolore: stiamo parlando degli apparecchi elettromedicali e ne esistono di varie tipologie.
L’elettroterapia, oggi, è un funzionale supporto alle tecniche manuali dei fisioterapisti, nonché agli esercizi impartiti al fine di riabilitare il paziente e garantirgli una vita più sana e libera dai dolori.

Scopriamo insieme quali sono quelli più usati e per cosa, dai professionisti.

A cosa servono gli apparecchi elettromedicali

Gli apparecchi elettromedicali generano il loro effetto tramite la corrente elettrica e servono per:

  • ridurre le contratture muscolari;
  • svolgere un effetto analgesico, riducendo il dolore;
  • tonificare i muscoli;
  • svolgere un effetto antiedemigeno e antinfiammatorio;
  • attivare i metabolismo cellulare locale.

Il ricorso alla corrente elettrica da parte della terapia risale al IX secolo, quando per la prima volta si fece uso di apparecchi elettromedicali: con il tempo le terapie che sfruttano la corrente si sono sviluppate, basta pensare all’elettrostimolazione o alla TENS.

Gli apparecchi elettromedicali più utilizzati

TENS

Lo scopo di attivare la corrente è di stimolare una serie di processi in zone specifiche del cervello, in modo da ridurre il dolore fisico: la TENS (Transcutaneous Electrical Nerve Stimulator) funziona bloccando la trasmissione del dolore al cervello, oppure stimolando la produzione dei neurotrasmettitori con proprietà analgesiche, come le endorfine. Nello specifico, le TENS serve per trattare problematiche come:

  • dolore post operatorio, ad esempio, al livello di anca o ginocchio;
  • nevralgie come la sciatalgia;
  • lombalgie o cervicalgie;
  • sofferenza post traumatica a seguito di corretta valutazione.

Elettrostimolazione

L’elettrostimolazione tramite apparecchi elettromedicali è eseguita generando contrazioni muscolari che si prefiggono di incrementare il tono muscolare, oppure di recuperarlo nel caso in cui questo sia insufficiente. Si tratta di una tecnica applicabile al muscolo regolarmente innervato, ma anche a quello denervato in seguito a lesioni ai nervi. Il mantenimento o il recupero del tono muscolare è fondamentale per evitare che il tessuto si deteriori dando vita all’impossibilità di muovere attivamente per il recupero e limitarne il carico. In questi casi, infatti, il pericolo è di lavorare solo parzialmente e in maniera del tutto improduttiva, poiché verrebbe ad allenarsi solamente la parte finale e non quella a monte, di un meccanismo che parte dal cervello.

Tecarterapia

La tecarterapia, detta anche diatermia da contatto, è ancora poco supportata dalla scienza, tuttavia, ha conosciuto un enorme utilizzo negli ultimi anni nel settore medico ortopedico e in quello riabilitativo, grazie agli enormi risultati. Si tratta di sfruttare la tecar, un macchinario che emana onde elettromagnetiche che stimolano biologicamente i tessuti producendo calore endogeno, ovvero che deriva dall’organismo stesso, attraverso due modalità che rilasciano effetti chimici, termici e meccanici.

La modalità capacitiva agisce soprattutto sugli strati superficiali e sui tessuti molli, composti principalmente da acqua, come il sistema linfatico, quello vascolare e sui muscoli; la capacità resistiva, invece, penetra fin nel tessuto cartilagineo, in quel quello osseo e nei tendini.
La tecar serve per trattare:

  • traumi su ossa e articolazioni, ad esempio, distorsione di ginocchia e caviglie;
  • ematomi ed edemi, come in caso di distorsioni o lesioni muscolari;
  • problemi cromici come l’artrosi;
  • problematiche di infiammazioni acute quali, sciatalgie, lombalgie, tendiniti, cervicalgie o borsiti.

Ultrasuoni

Gli ultrasuoni consistono nell’uso di onde sonore non udibili e sono usati sin dal dopoguerra nel settore medico e in quello fisioterapeutico: la corrente elettrica è convertita in vibrazioni che penetrano i tessuti per vari centimetri. Gli ultrasuoni sono benefici in caso di:

  • – contratture muscolari;
  • – nevralgie, ad esempio, sciatalgie;
  • – distorsione di ginocchia o caviglie;
  • – artrosi di ginocchia, anche, rachide e tanto altro.

Gli ultrasuoni sono efficaci su aree estese, attraverso il contatto o con immersione, in caso di zone piccole e molto sofferenti.

Laser

La laserterapia agisce attraverso una luce monocromatica direzionale e concentrata, conferendo stimoli fototermici, fotochimici e fotomeccanici. Esistono vari tipi di laser dai differenti effetti, la potenza può essere superficiale o alta e può raggiungere i tessuti più profondi. Il laser serve per trattare infiammazioni a tendini, articolazioni e nervi, ma anche per problemi di edemi e artrosi.

Magnetoterapia

La magnetoterapia sfrutta i vari campi magnetici prodotti dalla corrente elettrica in base a intensità e frequenza, generando effetti terapeutici sui tessuti del corpo.
Questa terapia stimola la rigenerazione delle cellule con azione biologica, accelerando i processi antiedemigeni, quelli antinfiammatori e riparativi. È usata per trattare l’osteoporosi e le fratture delle ossa con difficoltà a consolidarsi.

Onde d’urto

Le onde d’urto sono delle onde sonore ad altissima intensità, che un tempo erano usate per trattare calcoli alle vie urinarie, mentre oggi sono sfruttate nel settore ortopedico per trattare dolore, infiammazioni ed edemi.

Le onde d’urto prevedono un aumento pressorio sul tessuto interessato, che può essere osseo e molle, seguito da una fase pressoria negativa che genera micro-bolle (cavitazione), con effetto indiretto sui vasi dilatati, formando nuovi vasi partendo dai preesistenti.

Le onde d’urto possono essere focali, a onda supersonica su un’area ristretta, che arriva molto in profondità, oppure radiali, con onda meno intensa su zona superficiale ed estesa.

Le onde d’urti sono usate per trattare tendiniti croniche e acute di piede, ginocchio, gomito e spalla e problemi a tessuti molli e ossa, come in caso di calcificazione o fibrosi di legamenti, muscoli e tendini.